San Benedetto del Tronto, 18 e 19 novembre 2017 – Inutile girarci intorno, i Campionati Italiani federali sono l’evento catalizzante della stagione e a giusta ragione. Il clima che si respira in quel palazzetto durante la due giorni è impareggiabile. Non esiste Major, Open che si avvicini minimamente all’adrenalica atmosfera dei Campionati.
Mi guardo intorno e vedo un mondo in continua evoluzione, giocatori che di anno in anno passano di maglia in maglia. Stranieri che qualche anno fa popolavano l’elite della serie A oggi rinforzano team in serie C. Fior fiori di giocatori che hanno scritto numeri importanti nella massima serie e in giro per l’europa oggi cercano un opinabile riscatto nelle serie minori. Pochissime le realtà che hanno fatto del gruppo un caposaldo, affrancando l’amicizia e prescindendo dai risultati. E quando vedo questi fiori colorati in mezzo al deserto mi si apre il cuore. Una su tutte: Sassari. Sempre loro, insieme nelle mille difficoltà che inevitabilmente hanno davanti. Sbuffano, arrancano ma alla fine sono sempre lì a vender cara la pellaccia. E non c’è bisogno di stravolgere la famiglia che hanno creato per ritrovarsi, alla fine, in un abbraccio.
Se mi fermo un attimo, magari mi allontano, mi defilo, vedo noi. “Cazzo siamo davvero i più belli!” e m’importa una bella sega della presunzione. Quest’anno abbiamo deciso di sparigliare le carte, cambiando un mazzo che aveva fatto la sua storia. Variazioni piccole, agli occhi dei più insignificanti, per noi fondamentali. Scelte che hanno sottolineato una volta di più che non è più una questione di rispetto o di educazione. Qui si parla di gente che potrebbe mescolarsi il sangue nelle vene, che non ha bisogno di chiedere, perchè gli altri lo capiscono guardandolo negli occhi. E non c’è esitazione, non si spreca tempo a pensarci sopra. Facciamo in automatico quello che è giusto fare per il gruppo. E’ una simbiosi che non ti permette di essere sconfitto se le cose non vanno bene perchè il tuo rammarico si disperde nell’euforia del compagno. E’ sempre una questione di dettagli, di millimetri, le famose gocce che creano il mare. Il nostro mare è acqua cristallina e guai a chi tenta di inquinarla!
E’ acqua calma, mossa da brezza lieve, quando esci sconfitto dal campo e ognuno ha bisogno di ritrovarsi. C’è voglia di capire cosa non ha funzionato e perchè. Difficile, a volte è un’equazione che non torna. Per come l’avevi impostata la soluzione doveva essere un’altra.
E’ acqua agitata, creste di onda rotte dal libeccio quando vinci una partita che ti ha tolto l’ultima spilla di sudore. Quando gli urli dei compagni ti hanno dato serenità nel gioco e la tua difficoltà si dissolve come goccia d’inchiostro nell’acqua.
E’ un mare fantastico dal quale non toglierei niente.
Non voglio fare l’elenco di noi perchè sono convinto che tutti sappiate cosa penso e chi non lo sa è giusto così. Ma di uno voglio scrivere adesso. Il compagno che parla strano, che cerca di fiorentinizzare quell’accento nordico con il risultato di essere unico. Un compagno che mi era mancato. Uno di quelli che ha sempre messo giu la testa provando a sbrogliare la difficile matassa e che non ha mai mollato un millimetro, consapevole che prima o poi quei nodi li avrebbe sciolti. Sentirlo urlare in questi due giorni è stata la cosa più bella di questo girone di andata e sono convinto che non smetterà più di urlare! Eh si Visa, quella maglia con il polpo ti stava proprio male addosso.
Per la cronaca, ma mi interessa il giusto, siamo quinti in classifica ….. e siamo sempre noi!
I risultati del girone di andata della Serie C