Il cielo è viola sopra Parigi

ASD-Firenze-AvatarParigi, 4 febbraio 2018 – Ho messo la sveglia alle 3.50 di mattina perchè forse sentivo qualcosa. Non potevo non salutare la mia squadra in partenza per il primo torneo della nostra storia giocato fuori dall’Italia. Ma c’era sicuramente anche altro. Molto altro. C’era la condivisione, la stessa che ci contraddistingue da sempre. Quell’unione che ci ha fatto fare cose ben oltre le nostre potenzialità. C’era la voglia di vedere nei loro occhi lo stupore nel vedermi li, alle 4 e mezzo di una mattina dove la pioggia non ha cessato neanchè un attimo di battere. C’era la voglia di abbracciarli sperando che qualche cellula rimanesse attaccata a loro e fosse trasportata in terra francese. Sono tornato a casa convinto di dormire ma è stato impossibile.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, ho capito una volta di più quanto sia attaccato a queste facce, a quei sorrisi, a quei colori, a quanto abbiamo fatto tutti insieme. Ed è sensazione leggera, di quelle che puoi accogliere con serenità.
In questa avventura parigina c’erano tante prime volte, tutte avvolte nel mistero perchè nessuno aveva un passato, seppur piccolo, da mettere a metro di paragone. E’ come quando vedi per la prima volta il mare o tocchi la neve. Non sai cosa succederà nell’attimo successivo. Sono successe tante cose, altri mattoncini da mettere sopra una costruzione meravigliosa.
E’ successo che per la prima volta nella storia del calciotavolo fiorentino una ragazza ha portato la nostra maglia in un torneo. E l’ha portata da grande condottiera, una Giovanna d’Arco dei tempi nostri. L’ha indossata all’inizio e l’ha portata in finale dove ha ceduto solo di misura, rendendoci orgogliosi e consapevoli della fortuna che abbiamo avuto. Tra miliardi di persone che popolano il nostro pianeta aver incrociato le strade della famiglia Diradourianne è stata fortuna, una meravigliosa fortuna.
Margot, Tu étais formidable!!!
E arriva oggi, domenica. Non mi è mai stata così stretta Firenze …… quanto avrei voluto essere li!
Marco, Chris, Davide, Margot, Mirko questi i nostri alfieri.
Girone duro, durissimo ma lottato come sempre…..non una briciola di sudore risparmiato. Gli altri sono più bravi noi e non ce la facciamo a passare il girone tra le prime due. Pazienza. C’è tanto altro da fare.
Non ero lì, quindi posso solo andare di immaginazione.
Immagino il Boncia, il Capitano. Straniero in un paese straniero che dovrà studiare la giusta tattica per provare a vincere. E non è facile perchè gli avversari questa volta sono al limite dello sconosciuto. Ma poi mi fermo un attimo e mi si materializza quello che Marco è. Vedo chiaramente quel cervello che si mette in moto e che non sbaglia mai una mossa. Sorrido perchè la convinzione che guiderà la squadra fino in fondo senza sbavature è una certezza. Ho finito 5 volte la batteria del cellulare per aspettare qualsiasi cosa arrivasse dalla Francia. Una, due, tre …… tutte vittorie! E per la seconda volta in due giorni ci prendiamo il lusso di giocarci una finale. E questa volta non ci sono storie, la finale la vinciamo noi!
Eroi.

Il nostro Grand Prix

Il Grand Prix de France nei dettagli