Firenze, 13 maggio 2019 – Tre titoli consecutivi, degno del miglior Mourinho; i quattro titoli vinti da quando ha iniziato l’avventura nel CS Firenze fanno di Marco Bonciani il giocatore più vincente nella storia del club dopo l’era Colella. Era davvero difficile immaginare che qualcuno potesse anche solo avvicinare Maurizio che, nei primi anni del nuovo millennio, aveva piazzato un poker senza rivali. Invece, è con immenso orgoglio che oggi scrivo di Marco. Giocatore che ha fatto dell’impegno e del sacrificio l’arma vincente per arrivare dove è arrivato. Consapevole dei limiti ha sempre lavorato per limarne le imperfezioni e questo lento lavorio, figlio anche di una struttura mentale che gli consente di fare le scelte giuste al momento giusto, lo ha portato ad essere uno dei più forti giocatori a livello regionale e un top 30 a livello nazionale.
Scrivere sull’albo d’oro il nome di Marco per il terzo anno consecutivo è una soddisfazione perchè l’ho visto arrivare, fare esperienza lontano da Firenze, ritornare in silenzio e in ascolto.
L’ho visto guardarsi intorno, tirarsi su le maniche e impegnarsi per non far morire questo cazzo di club.
L’ho visto prendersi le responsabilità che fanno di un giocatore un grande capitano.
Mi ha concesso la sua amicizia e questo mi ha permesso di conoscere il Marco fuori dai panni verdi.
Mi ha permesso di condividere scelte, studio e confronto in questo micromondo e tutto questo mi ha fatto crescere.
L’ho visto soffrire, con la stanchezza negli occhi, e poi sorridere nuovamente.
L’ho visto portare uno zaino pesante sulle spalle per anni e poi, un giorno, mettersi a sedere su una panchina e toglierselo di dosso con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che doveva fare e che da quel momento era giusto dare peso alla leggerezza.
L’ho visto incazzarsi come una iena sui campi da gioco e anche esultare e urlare per un gol.
L’ho visto abbracciare e farsi abbracciare, lui, così tanto schivo agli eccessi di contatto. Quest’anno l’ho visto vincere quasi tutto quello che ha fatto e dove non ha vinto lo poteva fare. Le tappe del circuito regionale non le ha vinte, ci ha passeggiato sopra!
Un podio in Coppa Italia che rimane un gioiello nella storia del nostro club e della quale impresa non mi perdonerò mai di non averne dato enfasi come meritava (lui sa perchè e sò che mi ha perdonato).
Un campionato italiano perfetto. Statistiche alla mano il termine perfetto sembrerebbe un eccesso di leccaculismo ma non è così. Credo di avere una certa esperienza per scrivere che Marco ha giocato un campionato perfetto; certo, numeri alla mano poteva vincere di più? Poteva fare qualche punto in più? Qualche gol in più? Si! Ma chissenefrega perchè la perfezione di Marco sta anche nelle sue mancanze che non sono mai fini a sè stesse ma nascono dalla tattica, dal ragionamento e dalla convinzione che prima di tutto viene la squadra, poi tutto il resto. Solo gli occhi disattenti di uno spettatore non coinvolto vedrebbero queste mancanze come un malus ma chi vive Marco da vicino non cambierebbe una virgola di questo splendido romanzo.
Per alcuni questo Albo d’Oro conta meno di un cazzo e non hanno perso occasione per dimostrarcelo, ma per noi è importante perchè rappresenta la parola scritta di un percorso di vita condiviso insieme a tante persone. Alcune di loro, nel tempo, sono diventate qualcosa di più che semplici persone, sono diventati amici e questo è il traguardo davvero più bello.
Per cui è con immensa gioia che, nell’Albo d’Oro del Campionato Fiorentino, scrivo il tuo nome … amico mio!