Firenze, 18 aprile 2020 –In tempi particolari come quello che stiamo vivendo succedono cose che altrimenti non avremmo mai visto. Succede che quattordici magnati del globo terracqueo, avvalendosi delle ultime scoperte scientifiche in materia di domotica e cyberweb, fanno rivivere un panorama calcistico tanto paradossale quanto meraviglioso.
Ma andiamo a rendere omaggio a questi Signori che, grazie ai loro imperi economici, hanno realizzato tutto questo.
Mr. Mirco Pasquini (Capitale di $119 miliardi)
Da piccolo amava passeggiare per i boschi del Mugello e con il suo coltellino a serramanico sbucciava i rami dei lecci. Da lì a creare un impero sconfinato fatto di legno, viti e bulloni il passo è stato breve. Oggi la sua azienda, Ikea, è un colosso mondiale.
Il suo piccolo laboratorio artigianale nelle colline del mugello è meta di pellegrinaggio.
Mr. Alessandro Biagioni (Capitale $114 miliardi)
Iniziò da piccolo a pitturare le miniature di un gioco tanto in voga in quegli anni, il Subbuteo. Era un gioco di simulazione calcistica nel quale la sua generazione è cresciuta e da lì ha spiccato il volo. Famoso per il restauro della Cappella Sistina è oggi nei consigli di amministrazione delle più grandi agenzie di restauro. Resta negli annali una partita di Subbuteo che Mr Biagioni fece con Papa Wojtyla durante il restauro della Cappella Sistina.
Mr. Luca Pini (Capitale $106 miliardi)
Sinceramente non ha mai fatto niente di particolare per arrivare ad essere quello che è oggi. Ha sempre preferito, come da sua ammissione, il tempo libero e il gioco. Poi dieci anni fa conosce la sua attuale compagna, ricca proprietaria immobiliare, che mette nelle sue mani l’intero impero e lui lo fa lievitare a dismisura. Ha propietà immobiliari in ogni angolo del pianeta.
Famosa la sua frase “Non fare un cazzo è un gran cosa, farlo pieno di quattrini è meglio!”.
Mr. Riccardo Ferri (Capitale $117 miliardi)
Meglio conosciuto come Mister Lobo è l’imperatore del gioco. Tutto quanto sia ludico in questo mondo è passato dalle sue mani, dalle sue idee. È praticamente l’inventore di tutto quello con cui giocano adulti e bambini. Le migliaia di catene di negozi a marchio Lobo’s Toy sono sparse in tutti i continenti. Due giorni fa ha inaugurato il punto vendita a Kitwe la seconda città più grande dello Zambia. In una teca di una famosa chiesa napoletana, accanto all’ampolla con il sangue di San Gennaro è custodita la sua ultima canna.
Mr. Alessandro Cecchetti (Capitale $109 miliardi)
Iniziò da molto giovane con un piccolo bar in un’area di rifornimento. La creatività, l’intraprendenza e una certa dose di sfacciataggine imprenditoriale lo hanno reso il Re in questo campo. È il proprietario della catena di bar, ristoranti e alberghi conosciuta con il nome Buddha Bar e il suo impero è in costante espansione. La sua più grande disgrazia è stato l’essere tifoso dell’Inter ma la passione per il mondo Iron’s ne ha mitigato le delusioni. Nel Buddha bar di barcellona una sua foto abbracciato a Paolo di Canio.
Mr. Alessio Riccio (Capitale $111 miliardi)
Infanzia travagliata per uno degli uomini più ricchi del pianeta. La sua atavica passione per tutto quello che somigliava a un tamburo lo ha fatto presto allontanare dalla sua famiglia, esasperati dal continuo rumore di pentole, mestoli e quant’altro si trovasse in casa. Ma Mr Riccio ha fatto di privazione virtù. Oggi è il proprietario della Ninshubar, la più grande casa discografica del pianeta. Non c’è artista che non sia passato tra le sue mani. I due mestoli della mamma con i quali il giovane Riccio ha inziato il suo “tutto” sono esposti al Tokyo National Museum.
Mr. Alessandro Neri (Capitale $114 miliardi)
Sin da piccolo aveva provato a gridare al mondo la sua contrarietà all’ovvio. Accumulatore seriale di giochi in scatola è sempre stato appassionato a tutto ciò che con il raziocinio umano aveva poco a che fare. Negli anni le sue teorie hanno fatto proseliti in tutto il mondo e ad oggi la sua comunità conta più di 1 miliardo di sostenitori e adepti. Ha rilevato la Chiesa di Scientology trasformandola nella più grande istituzione antroposofica moderna. La sua collezione di giochi in scatola ha raggiunto gli 875.000 pezzi ed è visitata da milioni di persone tutto l’anno.
Mr. Stefano Barducci (Capitale $231 miliardi)
Il suo talento innato in questo mondo era già spiccatamente brillante nell’età adolescenziale. Non c’è un solo aspetto di questo mondo che non abbia provato, toccato ma soprattutto che non abbia innovato. Miliardi di utenti popolano giornalmente le sue piattaforme informatiche e con l’avvento delle moderne tecnologie ha davvero cambiato il mondo. E’, al momento, l’uomo più ricco del pianeta e il trend non accenna a diminuire. Il vecchio YouPorn è un lontano ricordo adesso SicurPornTek è oggettivamente lo strumento di business più forte. Al Louvre è custodita gelosamente la sua collezione di riviste pornografiche di fine millennio.
Mr. Tiberio Becucci (Capitale $110 miliardi)
Per anni ha tentato di sfondare nel mondo dell’editoria ma qualcosa deve essere andato storto. Poi uno sliding doors inaspettato. Ad oggi il trasporto pesante su gomma viaggia grazie alle migliaia di officine Trucks & Tibe Corporation sparse per tutto il mondo. Un impero colossale che non vede fine. Lo unisce all’altro magnate Biagioni la passione per il Subbuteo del quale conserva gelosamente tutte le maglie che ha strappato agli avversari negli anni dell’agonismo.
Mr. Francesco Gori (Capitale $119 miliardi)
Per il suo 8° compleanno gli venne regalato un secchio contenente 100 modellini di Hot Wheels e da li non ha più smesso. Rimasto folgorato dal traffico, dall’incolonnamento di macchine e dallo smog è oggi il Chief Executive Officer della più grande multinazionale che gestisce le autostrade in Europa. In contatto stretto con il Presidente cinese Xi Jinping per gestire l’intera rete autostradale asiatica. La sua collezione di Hot Wheels è custodita nella Galleria degli Uffici.
Mr Davide Visani (Capitale $145 milioni)
Secondo solo a Mr Barducci in quanto a capitale, Mr Visani ha faticato per anni a trovare la propria dimensione. Ha aperto una mezza dozzina di imprese tutte fallite miseramente. Lo unisce a Mr. Pini l’incontro con una giovane fanciulla che dall’oggi al domani, rendendolo CEO della piccola azienda familiare, lo ha reso uno degli uomini più ricchi del pianeta. La sua mitica Lancia Y, simbolo della fatica proletaria, è oggetto storico esposto alla Fiera dell’Auto di Francoforte.
Mr. Matteo Cherici (Capitale $109 miliardi)
Sin dalla tenera età viene folgorato sulla strada dell’Anfield Road di Liverpool. La leggenda racconta che una mattina andando a scuola inciampa in una busta della Standa e dentro trova una scatola verde con la scritta Subbuteo e un bollino con la dicitura Ref.41. All’interno 11 magnifici giovinotti ardenti vestiti di rosso e da lì non si è più ripreso. E’ tutt’oggi proprietario dei Red’s e il suo impero fatto di passione calcistica, merchandising e dischi sembra inarrestabile. Al British Museum è conservato un prototipo di base per il Subbuteo che il giovane Cherici produsse in tiratura limitata negli anni 90: le mitiche Gherfurth.
Mr. Marco Bonciani & Son (Capitale $132 miliardi)
Bonciani senior entra nel mondo dell’edilizia subito dopo il diploma e tutti si accorgono che questo non è un semplice geometra ma IL Geometra! Speculazioni edilizie, gara di appalto aggiudicate nei modi più impensati fanno della Bonciani & Co una delle aziende maggiormente quotate in borsa ma il vero boom deve ancora arrivare.
E con la nascita del primo genito, Samuele, che la fortuna della Bonciani & Co decolla. A soli 4 anni un amico di famiglia fa vedere al piccolo Bonciani un cubo di Rubik vantandosi di averlo risolto in 34 secondi. Dopo una settimana, Samuele torna con il cubo risolto in 4.87 secondi. E si spalancano le porte del cielo. Il padre vispo come una volpe si accorge che il ragazzo ha potenzialità infinite e ci investe sopra. Tutto quello che miliardi di spettatori hanno potuto vedere comodamente seduti sui loro divani è opera della Bonciani & Son. È il giovane Samuele che ha inventato il modello di cybervision che ha permesso di organizzare il 1^ Coppa Mondiale CS Firenze dove giocatori degli anni 60 si sono scontrati con i campioni di oggi, con Picchio De Sisti di fronte ai fortissimi Islandesi o la splendida Fiorentina 94/95 a vedersela con gli scozzesi del Celtics anno 2007.
Il futuro è oramai tracciato.
[Domani la seconda parte dell’articolo con la cronaca del torneo]