Salvezza!

ASD-Firenze-AvatarSan Benedetto del Tronto, 23/24 aprile 2017 – C’è una fiaba araba che racconta le gesta di un Re che, partito per fondare un impero, venne sconfitto e spodestato. Ma una mattina, seduto su una collina, guarda quella che era la sua terra: i campi da coltivare, in lontananza il mare, gli alberi ed il cielo. Sorride il Re e si fa contadino cosicché, seme dopo seme, raccolto dopo raccolto, riconquista il suo impero.

C’è una fiaba fiorentina che racconta le gesta di un gruppo di amici che partono per conquistare una promozione. A metà percorso vengono sconfitti e spodestati.
Ma un giorno si guardano negli occhi, consapevoli che la forza dell’uno sopperirà alle debolezze dell’altro e la squadra ambiziosa si fa operaia e lotta dopo lotta, battaglia su battaglia, conquista il suo impero.
Questa è una salvezza che sa di buono. Racconta di quanto valore abbia l’amicizia in tutti i campi della vita. Racconta di quanto la condivisione, la fratellanza abbiano poteri straordinari. Poco importa se abbiamo guardato da lontano gli abbracci degli amici che festeggiavano una promozione: abbiamo dato quello che avevamo nel momento e alla fine, come sempre, ci siamo guardati contenti di quello che siamo diventati.
Ho guardato il mio Capitano apparecchiare la tavola in maniera perfetta. Non un oggetto fuori posto, preludio di un buon pasto. Durante la festa qualcosa è andato storto ma non ha fatto una piega. Ha sempre riapparecchiato per preparare al meglio la portata successiva. Roba da chef stellato!
Ho guardato i miei compagni sudare, sbuffare senza mollare un millimetro su quei maledettissimi campi.
Ho vissuto quella meravigliosa alternanza di emozioni che solo questo magnifico gioco può regalare.
Il bianco e il nero, il dolce e l’amaro che accompagnano i minuti successivi ad una vittoria o ad una sconfitta.
Ho amato i momenti di riposo, quelli dove guardi gli altri mentre giocano, mentre vivono le stesse emozioni che hai provato tu qualche minuto prima.
Rimane l’amaro in bocca per lo spareggio che ci ha visti carnefici degli amici di Versilia.
Avrei pagato per avere un altro avversario.
Mentre giocavamo guardavo Davide cercando di capire quanto pesante fosse per lui il fardello che aveva in quel momento sulle spalle. Mi è stato chiarissimo quanto il percorso fatto insieme abbia dato peso e sostanza alla nostra amicizia. La forza di Casanova, Bacci, Conti che, alla luce della retrocessione, hanno lo spirito di farsi fotografare con un cartello ” D…. ritorno a casa” racconta un’altra storia che non ha bisogno di essere scritta. Grandi!
Mi rimane dentro un sacco di roba.
Mi rimane dentro la solidità di Marco che con lucida maestria si carica la squadra sulle spalle e la traghetta fino alla salvezza.
Mi rimane la gioia del Kobra che, nonostante decenni di miniature, lo vedo ridere come un adolescente per poi entrare in campo e rimettere sui giusti binari partite che avevo fatto deragliare.
Mi rimane la concentrazione e la tensione agonistica di Sergio, sempre pronto a condurre in porto il compito assegnato. Che abbia davanti Flores o la mi nonna gli occhi sono sempre quelli.
Mi rimane l’amore incommensurato di Chris per questa maglia, per noi e per Firenze e quel “dai Luca”, in un momento di difficoltà, me lo porto nel cuore.
Mi rimane quella macchina fotografica che per due giorni si fa zingara in mezzo ai campi per immortalare momenti magnifici.
Mi rimane il pensiero di tutti gli altri fratelli viola che da casa soffrivano insieme a noi davanti ad un monitor, riempiendo uozzappe alla fine di ogni turno con quel tipo di incoraggiamento che è come l’acqua nel deserto.
Mi rimane la certezza che, anche se il mio contributo a questo campionato è stato pari a quello che ha avuto Hitler per la pace nel mondo, non cambierei per niente al mondo questi due giorni.
FORZA FIRENZE, SEMPRE!

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